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Tutto su Visita Neurologica: cos'è, perché si fa, come si svolge, cosa valuta e come arrivare preparati.
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Visita Neurologica cos’è?
La visita neurologica permette di diagnosticare eventuali patologie o disturbi che colpiscono il sistema nervoso (es. mal di testa) centrale o quello periferico: occorrerà quindi seguire un processo per una diagnosi sindromica, anatomica o topografica (sede), patologica (natura della malattia) ed eziologia (cause e meccanismi).
Nel corso della visita neurologica il medico specialista realizza l'anamnesi del paziente, acquisendo informazioni sulla storia clinica e familiare del paziente, sul suo stile di vita e sui sintomi con cui ha a che fare, come ad esempio il mal di testa. Successivamente a questa prima fase, segue un esame obiettivo neurologico che può prevedere l'analisi dello stato mentale, delle funzioni simboliche (linguaggio, movimenti e riconoscimento di suoni, oggetti e colori), dei nervi cranici, del sistema motorio e della coordinazione dei movimenti, del sistema sensitivo e delle funzioni autonomiche. Il medico potrà realizzare una valutazione (es. sulle gambe) del senso dell'equilibrio e dell'orientamento del paziente, i suoi riflessi, la reazione degli occhi agli stimoli visivi e quella alle vibrazioni sulla pelle. C’è anche la possibilità di eseguire una visita neurologica pediatrica o in gravidanza.
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RICHIESTA MEDICA NON OBBLIGATORIA
I sintomi che richiedono una visita neurologica urgente sono quelli che possono indicare condizioni gravi come ictus, attacco ischemico transitorio o altre emergenze neurologiche. In particolare, si devono considerare sintomi come:
Questi sintomi richiedono un intervento immediato o, comunque, una valutazione neurologica tempestiva per prevenire danni irreversibili o esiti gravi. Sintomi meno urgenti, ma comunque da valutare, includono vertigini persistenti, tremori, debolezza progressiva e problemi di memoria o concentrazione.
La visita neurologica standard inizia con un'anamnesi dettagliata, durante la quale il neurologo raccoglie informazioni sulla storia clinica e familiare, lo stile di vita e i sintomi riferiti dal paziente. Seguono l’esame neurologico e la valutazione dello stato mentale, che comprendono il controllo delle funzioni cognitive, motorie, sensitive e dei nervi cranici. Il medico valuta riflessi, coordinazione, equilibrio, la percezione sensoriale, la reazione degli occhi agli stimoli visivi e la risposta agli stimoli tattili o vibratori. Non è richiesta una preparazione specifica, ma è utile portare esami precedenti e una lista dei farmaci in uso. La visita dura generalmente dai 30 ai 45 minuti e consente di identificare eventuali patologie del sistema nervoso centrale o periferico, indirizzando a esami diagnostici ulteriori se necessario.
Durante una visita neurologica vengono eseguiti diversi test per valutare il funzionamento del sistema nervoso centrale e periferico. In genere, il neurologo:
In base ai risultati, il neurologo può richiedere esami strumentali aggiuntivi come elettromiografia (EMG), elettroencefalogramma (EEG), risonanza magnetica (RM) o potenziali evocati per approfondire la diagnosi.
Il medico consiglia una visita neurologica di controllo quando il paziente ha già ricevuto una diagnosi di patologia neurologica e necessita di un monitoraggio nel tempo, ad esempio per malattie come emicrania, epilessia, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, neuropatie o disturbi del sonno. Questa visita serve a valutare l’efficacia delle terapie, l’evoluzione dei sintomi, la comparsa di nuove manifestazioni o complicanze e, se necessario, ad aggiustare il trattamento in corso.
Indicativamente, è opportuno fare controlli neurologici regolari se si nota un peggioramento improvviso dei sintomi (come debolezza muscolare, difficoltà di movimento, alterazioni della sensibilità, crisi convulsive, disturbi dell’equilibrio, attacchi di cefalea più frequenti o intensi, alterazioni del linguaggio o della memoria), oppure se compaiono nuovi segni neurologici, anche in assenza di sintomi evidenti, ma con una malattia neurologica già nota. La visita di controllo è fondamentale anche per chi ha avuto episodi acuti (ad esempio un ictus) o in presenza di patologie croniche che possono evolvere nel tempo. Il suggerimento generale è quindi di seguire le indicazioni del neurologo curante, che stabilirà la frequenza dei controlli in base alla tipologia e alla gravità della patologia, ma di rivolgersi sempre tempestivamente allo specialista in caso di nuovi sintomi o cambiamenti nello stato di salute.
La differenza tra visita neurologica e visita neurospecialistica è principalmente terminologica e di competenza: la visita neurologica è l’esame medico specialistico condotto da un neurologo, specialista in disturbi non chirurgici del sistema nervoso centrale e periferico, volto a diagnosticare e trattare malattie come ictus, epilessia, sclerosi multipla, Parkinson o Alzheimer. Essa comprende anamnesi, esame obiettivo neurologico (riflessi, forza muscolare, coordinazione, sensibilità, funzioni cognitive) e può prevedere esami strumentali come risonanza magnetica, EEG, EMG.
Il termine neurospecialistica non identifica una disciplina distinta; talvolta viene usato come sinonimo di neurologia o, più raramente, può riferirsi a consulti multidisciplinari o valutazioni più ampie nel campo delle neuroscienze, ma la distinzione non è formale né universalmente adottata. Se si intende la visita neurochirurgica, questa invece riguarda l’approccio chirurgico alle patologie neurologiche, quindi diversa dalla visita neurologica.
In sintesi, la visita neurologica è la visita specialistica medica per diagnosi e cura non chirurgica dei disturbi nervosi; la “visita neurospecialistica” è termine generico e meno preciso, spesso riferito alla stessa cosa o a visite multidisciplinari correlate alle neuroscienze.
Non è necessaria alcuna preparazione specifica prima di una visita neurologica. Tuttavia, è consigliabile portare con sé la documentazione clinica pregressa e eventuali esami già effettuati. Inoltre, è utile avere un promemoria dei farmaci che si stanno assumendo e, se possibile, un accompagnatore per fornire eventuali informazioni aggiuntive. Non ci sono controindicazioni per la visita, che può essere effettuata da chiunque senza particolari restrizioni.
Mediamente, una visita neurologica dura dai 15 ai 45 minuti. Tuttavia, la durata più comune è intorno ai 30 minuti. Questo tempo può variare in base alle condizioni del paziente e alla complessità dei casi specifici. Non è richiesta una preparazione preliminare, ma è consigliabile portare con sé referti e documentazione rilevante.
Durante il colloquio iniziale di una visita neurologica, il neurologo raccoglie un’anamnesi dettagliata, cioè informazioni sulla storia clinica personale e familiare del paziente, sullo stile di vita e soprattutto sui sintomi attuali che ha manifestato. Viene chiesto di descrivere la natura, la durata e l’intensità dei sintomi come difficoltà di coordinazione, debolezza muscolare, formicolii, disturbi della memoria o del linguaggio, vertigini e altri segnali neurologici. Questo colloquio serve a indirizzare l’esame neurologico e a formulare un’ipotesi diagnostica preliminare.
Il neurologo valuta anche lo stato mentale del paziente e le funzioni cognitive di base, per capire eventuali compromissioni delle funzioni cerebrali. In base alle informazioni raccolte, si decide se approfondire con esami specifici come l’elettroencefalogramma o l’elettromiografia. La visita è indolore, non invasiva e non prevede particolari preparazioni. Di solito dura circa 30 minuti, a seconda della complessità dei sintomi.
In sintesi, dal colloquio iniziale ci si può aspettare una raccolta precisa e guidata dei dati clinici per valutare la situazione neurologica e pianificare gli step successivi per diagnosi e cura.
Durante una visita neurologica, il medico può richiedere diversi esami strumentali per approfondire la diagnosi, a seconda del sospetto clinico. I principali esami associati sono:
Questi esami vengono prescritti in base ai sintomi e alle necessità diagnostiche emerse durante anamnesi ed esame neurologico.
È fondamentale prenotare una visita neurologica in presenza di mal di testa quando si presentano situazioni come le seguenti:
La comparsa di tremori può richiedere una visita neurologica, ma non sempre è immediata. In generale, è consigliabile consultare un neurologo se i tremori sono persistenti, peggiorano nel tempo, o sono accompagnati da altri sintomi come debolezza muscolare o problemi di coordinazione. Se i tremori sono improvvisi e non hanno una causa apparente, è importante rivolgersi tempestivamente a un medico per valutare se ci sono condizioni più gravi alla base. Una visita neurologica completa può aiutare a diagnosticare la causa dei tremori e a iniziare il trattamento appropriato.
La valutazione neurologica è necessaria per disturbi del movimento che comprendono tremori, rigidità muscolare, movimenti involontari (come tic, corea, distonie), difficoltà di equilibrio o bradicinesia (lentezza nei movimenti). Questi sintomi possono indicare malattie neurologiche specifiche quali la malattia di Parkinson, parkinsonismi secondari e atipici, distonie, tremore essenziale o altri disturbi neurodegenerativi.
È indicata una visita neurologica in presenza di segnali quali camminata rallentata, instabilità con cadute, tremori persistenti, perdita dell’espressione facciale, difficoltà nella coordinazione motoria o progressiva lentezza e rigidità muscolare. Questi segni richiedono una valutazione approfondita con storia clinica e esame neurologico mirato a identificare la natura del disturbo motorio e a pianificare indagini strumentali (es. risonanza magnetica, PET).
In generale, ogni disturbo motorio di nuova insorgenza, progressivo o che compromette equilibrio e funzionalità quotidiana, richiede una valutazione neurologica tempestiva per una diagnosi accurata e un trattamento appropriato.
Una visita neurologica include generalmente la valutazione della memoria come parte dell’esame dello stato mentale e delle funzioni cognitive superiori del paziente. Durante la visita, il neurologo valuta non solo la forza muscolare, i riflessi e la coordinazione, ma anche le capacità cognitive come memoria, linguaggio, attenzione e orientamento, per identificare eventuali disturbi del sistema nervoso centrale o periferico. Questa valutazione è fondamentale per diagnosticare malattie neurologiche che possono compromettere la memoria e altre funzioni cognitive, come demenze o lesioni cerebrali. In sintesi, la memoria è uno degli aspetti cognitivi esaminati nell’ambito della visita neurologica completa.
Le vertigini sono un disturbo dell’equilibrio che può dipendere sia dall’orecchio interno—responsabile del senso dell’equilibrio—sia da alterazioni del sistema nervoso centrale come cervello, cervelletto o tronco encefalico. Il medico prescrive una visita neurologica quando, oltre alla sensazione di instabilità o movimento dell’ambiente, ci siano sintomi “d’allarme” come difficoltà nel parlare o nella vista, debolezza muscolare, formicolio, perdita di coordinazione, nausea/vomito intensi non legati ai movimenti della testa, o vertigini persistenti/progressive che non migliorano. Questi segni suggeriscono una possibile origine centrale, cioè neurologica, che richiede una valutazione specialistica per escludere condizioni come ictus, sclerosi multipla, emicrania vestibolare o altre malattie del sistema nervoso centrale. Durante la visita, il neurologo esamina i riflessi, la coordinazione, la forza muscolare e può prescrivere esami strumentali come risonanza magnetica cerebrale o test vestibolari per una diagnosi precisa. In generale, la visita neurologica è indicata quando le cause periferiche (dell’orecchio) sono state escluse o vi sono sintomi suggestivi di coinvolgimento del sistema nervoso centrale.
In caso di formicolii persistenti alle estremità, la valutazione neurologica inizia con una visita specialistica: il neurologo indaga la distribuzione, la durata e la natura dei disturbi sensitivi, eseguendo un esame obiettivo che include la valutazione dei riflessi, della forza muscolare e della sensibilità. Se il sintomo è isolato e transitorio, spesso non servono esami ulteriori, ma quando il formicolio è persistente, bilaterale, associato a debolezza o altri segni d’allarme, è indicato procedere con indagini strumentali. L’elettromiografia (EMG) e l’elettroneurografia (ENG) sono i test cardine: valutano la conduzione nervosa e l’attività muscolare, aiutando a distinguere tra neuropatie, radicolopatie, sindrome del tunnel carpale e altre cause. Questi esami possono essere integrati, se necessario, da risonanza magnetica (RM) o TC per escludere patologie del midollo spinale o del cervello. Infine, possono essere richiesti esami del sangue per cercare carenze vitaminiche, diabete o altre cause metaboliche di neuropatia. In sintesi: la scelta degli esami dipende dal sospetto clinico, ma EMG/ENG sono spesso il primo passo diagnostico nei formicolii persistenti alle estremità.
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